La proposta

 

La trasformazione digitale per essere sostenibile interessa diversi livelli della realtà (individui, organizzazioni, movimenti, istituzioni e il sistema sociale nel suo insieme se non il pianeta intiero) e richiede una ristrutturazione di ciascuno di questi ambiti così da conseguire obiettivi prestabiliti e trovare nuove soluzioni ai problemi.

In proposito, prima di darsi risposte occorre porsi le domande fondamentali e adottare le opportune strategie di interpellazione per farsi interrogare dai contesti in cui siamo situati: quali dilemmi e ambivalenze vogliamo risolvere con la trasformazione digitale? quali interventi ed esperimenti pratici possono essere condotti per facilitare processi di cambiamento ispirati alla sostenibilità? in che modo la cittadinanza e le comunità locali sono coinvolte per apprendere nuove forme di costruzione di senso e inventare nuovi schemi d’azione collaborativa?

Il Comitato TDS intende lavorare esercitando proprio questa “capacità negativa”: laddove la “capacità positiva” è impaziente nel produrre cambiamenti e pervenire a risultati, noi intendiamo praticare le incertezze che la trasformazione digitale sta sperimentando, essendo quello che è: un processo aperto, indeterminato e in corso, che richiede di esercitare, oltre a una competenza performativa, anche una capacità opposta (per questo negativa), fatta di pensiero e di analisi. Ciò perché nella digitalizzazione la professionalità specialistica rischia di essere “incapacità addestrata” se si priva del momento riflessivo che sospende l’azione e si carica dell’interrogatività necessaria.

In particolare, due sono i momenti preliminari sui quali vogliamo applicarci: l’analisi “place-based” e l’”ideazione strategica”. Ovvero, comprendere i contesti organizzativi e territoriali interessati alla trasformazione digitale così da rendere possibile la formulazione di progetti effettivamente rispondenti alle domande espresse e capaci di attivare le risorse latenti da indirizzare secondo le logiche della sostenibilità.

 

Il comitato TDS propone nel documento un modello di piattaforma digitale per comunità sostenibili caratterizzato da cinque elementi principali:

  1. La piattaforma come strumento abilitante: Deve essere facilmente accessibile, user-friendly e inclusiva, anche per coloro che sono tipicamente esclusi dalle nuove tecnologie.
  2. La piattaforma come modello di governance condivisa: I membri della comunità virtuale partecipano attivamente ai processi decisionali, instaurando percorsi di co-design tra gli attori istituzionali e non.
  3. La piattaforma come sistema di welfare as a service: Contribuisce allo sviluppo e all’implementazione di un “welfare di comunità” attraverso l’offerta diffusa ed equamente accessibile di servizi socio-assistenziali e di gestione del tempo.
  4. La piattaforma come strategia Glocal: Valorizza una realtà locale mettendo al primo posto la centralità del territorio nelle politiche globali, sviluppando sinergie tra la visibilità globale della rete e le opportunità locali.
  5. La piattaforma come dispositivo sostenibile: Segue regole produttive e riproduttive virtuose, conciliando le performance economiche con le esigenze ambientali, e gestisce correttamente i dati delle preferenze degli utenti e l’utilizzo dei servizi, considerando il digital divide per garantire una user experience facilitante.
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